sabato 11 febbraio 2012

IVA SUI RIFIUTI: Fate ricorso chiedendo il rimborso!


La Cassazione ha finalmente stabilito che la tassa sui rifiuti solidi urbani è di fatto una tassa e non una tariffa, di conseguenza l’applicazione dell’IVA sull’importo è illecita in quanto si tratta di una tassa su una “tassa”.
Pertanto tutti gli utenti hanno diritto al rimborso del 10 % per i 10 anni retroattivi; inoltre controllando sul sito “Federconsumatori” si evince che chi richiede il rimborso (che come al solito arriverà, lentamente, ma arriverà) bloccherà di fatto l’IVA sulle prossime fatture.

Chi non lo fa si troverà a continuare a pagare tutto come prima perché, come capita solo in Italia, gente come anziani o altre fasce deboli della popolazione, non ne usufruiscono “in automatico”, ma solo se ne fanno richiesta.


Pertanto vi alleghiamo il modulo che contiene le spiegazioni per la compilazione, anche in formato word e un comunicato di “Federconsumatori” in proposito.
SCARICA IL MODULO:

Qui il comunicato della Federconsumatori:

“Finalmente, da più fronti, giungono buone notizie sul fronte dei rimborsi dell’IVA sulla TIA (Tariffa Igiene Ambientale), pagata indebitamente per anni da 17 milioni di cittadini (circa 6 milioni di famiglie).

La Federconsumatori, infatti, non si è arresa di fronte alla vergognosa e manifesta volontà del Governo di negare ai cittadini il rimborso di questa vera e propria “tassa sulla tassa” ed ha portato avanti iniziative concrete per far valere, una volta per tutte i diritti dei cittadini, sanciti dalla precisa sentenza dell’Alta Corte Costituzionale e della Cassazione a sezioni unite, che avevano dichiarato illegittima l’IVA sulla TIA.

I primi risultati sono stati ottenuti a Genova, dove un Giudice di Pace ci ha dato ragione, condannando l’azienda AMIU Genova SPA a restituire al cittadino richiedente gli importi versati per l’IVA pagata indebitamente dal 2006 al 2009, per un totale di 80,70 Euro. Anche a Siena, allo stesso tempo, veniva emanata una sentenza analoga da parte della Commissiona Tributaria Provinciale. “Alla luce di queste importanti vittorie, continueremo a proporre su tutto il territorio nazionale delle cause pilota di fronte ai Giudici di Pace, ed invitiamo quindi i cittadini a non darsi per vinti e ad effettuare, qualora non l’avessero già fatto, la richiesta rivolgendosi alle nostre strutture per il rimborso di quanto indebitamente pagato.” – dichiara Mauro Zanini, Vice Presidente Federconsumatori.

Non ha funzionato, quindi, il “gioco delle tre carte” messo in atto dal Governo, che pur di non dare applicazione alla sentenza della Corte Costituzionale, ha aggirato in ogni modo la questione etichettando e mascherando la nuova TIA2 (Tariffa Integrata Ambientale) come “prestazione di servizio”, su cui è applicabile l’IVA. Ovvero come cambiare solo il nome, senza modificare la sostanza. È ora che il Governo, di fronte al nuovo scenario delineato dai pareri espressi a Genova e Siena, si assuma finalmente le proprie responsabilità, facendosi carico del pieno rispetto della sentenza della Corte: sospendendo quindi l’applicazione dell’IVA sulle bollette e aprendo la strada ai rimborsi finora negati ai cittadini”.

QUI DI SEGUITO INVECE DEI RIFERIMENTI NORMATIVI ALLA QUESTIONE:

Il rimborso dell’Iva pagata sui rifiuti e’ una questione ancora irrisolta, nonostante la sentenza della Corte Costituzione (n.238/09) ci sia da tempo e sia stata molto esplicita: e’ un’imposta e non il corrispettivo di un servizio, per cui l’Iva non e’ dovuta. Il Governo le ha provate di tutte per reintrodurre l’Iva, ma ad ora non gli e’ riuscito. Intanto, mentre alcuni Comuni (pochi, tra cui Roma) hanno levato il balzello illecito, la maggior parte dei Comuni continuano a farlo pagare e rispondono negativamente a chi chiede loro il rimborso.

Rimborso che pero’ e’ possibile, solo che il contribuente si deve dar da fare (e non poco) per far valere le proprie ragioni. In genere questo accadeva davanti alle commissioni provinciale tributarie, con meccanismi articolati e poco malleabili da parte del cittadino, ragion per cui i ricorsi sono stati pochi.
Ma oggi, una sentenza a sezioni unite della Cassazione (n.2064/2011) mette una pietra sopra le difficolta’ di ricorso riscontrate fino ad oggi: il giudice da adire non e’ quello tributario ma quello di pace. Una differenza enorme tra i due giudici, vista la semplicita’ del ricorso a quello di pace.
Una situazione che apre uno squarcio sul telone che Comuni e Stato hanno finora provato a mantenere su questo diritto al rimborso. Uno squarcio in cui ai cittadini e’ piu’ facile inserirsi per renderlo piu’ ampio, spingendo amministrazioni comunali a non continuare a difendersi dietro le difficolta’ dell’accesso alla giustizia per continuare ad incamerare proventi illeciti.
Il metodo per chiedere il rimborso e’ semplice: si cominci con una raccomandata A/R di messa in mora al gestore dei rifiuti, intimando il rimborso per gli ultimi 5 anni dell’imposta illecitamente pagata. A fronte del rifiuto o della non risposta, si potra’ andare dal giudice di pace della propria zona e, visto che mediamente si tratta di importi inferiori ai 512 euro, lo si potra’ fare senza avvocato
www.aduc.it


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